E' l’UOMO
CHE CONFERISCE DIGNITA’ALLA NATURA.
A farne le spese, ancora una
volta, sono i cittadini europei. E a dispetto delle belle parole, il
provvedimento per cui le sinistre festeggiano è uno schiaffo ad agricoltori e
pescatori; avrà conseguenze economiche disastrose e andrà a colpire duramente
la loro attività mettendo in pericolo le catene di approvvigionamento europeo,
aumentando i prezzi dei prodotti alimentari per i consumatori e ostacolerà il
lancio delle rinnovabili.
Noi siamo contrari a un radicale ambientalismo
ideologico e di maniera, e che proprio nel “nature
restoration law” ha forse una delle sue massime espressioni. Basti pensare
che si dovrebbe bloccare il drenaggio delle paludi con una riumidificazione
delle zone paludose. Fermare le idrovore significherebbe far invadere i
campi di acqua non solo provocando la perdita di coltivazioni ma anche il
ritorno di malattie come la malaria.
Al tempo stesso si parla della necessità di
ripristinare 25.000 km di fiumi a flusso libero rimuovendo buona parte delle
barriere artificiali dai fiumi sia longitudinali (le dighe) sia laterali che
rappresentano il consolidamento degli argini secondo la visione che i corsi
d’acqua devono essere lasciati liberi.
Già questo potrebbe bastare per far capire come dietro
a questa legge non ci sia nessun progetto ambientalista, ma pura ideologia. Non
si può definire in altro modo la proposta di far tornare allo strato brado
parte della superficie agricola, senza né potervi costruire, né coltivare per
favorire la biodiversità, oppure come la proposta di interruzione della
manutenzione dei boschi.
La verità è che dietro a queste leggi c’è una logica
folle, per cui l’uomo deve fare un passo indietro rispetto alla natura secondo
la visione che una foresta o un bosco sopravvivono meglio se l’uomo ne
tralascia ogni manutenzione. Come si può ben capire si tratta di decisioni che davvero
poco o nulla hanno a che fare con il rispetto dell’ambiente e la svolta green
dell’Europa, che deve essere ponderata, razionale e graduale.
Inoltre quello che si contesta al Nature restoration
law non è solo nella sostanza del provvedimento ma anche nella forma,
considerando che si è deciso di non adottare una direttiva che lascerebbe agli
Stati un minimo di potere decisionale, ma di far adottare un regolamento che è
molto più stringente verso gli Stati nazionali.
Una ideologia green di maniera, che sta evidentemente
diventando eccessiva anche tra i cittadini di mezza Europa. Basta guardare cosa
sta succedendo in Olanda, dove il primo partito nazionale, secondo tutti i
sondaggi, è quello degli agricoltori, che proprio sulla lotta alle eurofollie
green come questa, hanno fondato le basi del loro programma politico.
Quello che la sinistra ideologica non ha capito o fa
finta di non capire, è che per noi ambientalismo vuol dire che uomo e natura
non devono essere in contrasto tra loro.
Stefano Franceschetto
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