La simbologia del Leone di San Marco deriva da un'antichissima tradizione
delle Venezie , secondo la quale un angelo in forma di leone alato avrebbe rivolto al Santo, naufrago nelle lagune,
la frase: «Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic
requiescet corpus tuum» (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo)
preannunciandogli che in quelle terre avrebbe trovato un giorno riposo e
venerazione il suo corpo. Il libro, spesso erroneamente associato
al Vangelo, ripropone proprio le parole di benvenuto del leone e, nella
maggior parte delle rappresentazioni veneziane, si presenta aperto recando
solitamente la scritta latina «PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS».
Bisogna ricordare anche che lo stesso san Marco, rappresentato in forma di leone, è tipico dell'iconografia cristiana derivante dalle visioni profetiche contenute nel versetto dell'Apocalisse di san Giovanni 4, 7. Il leone è infatti uno dei quattro esseri viventi descritti nel libro come posti attorno al trono dell'Onnipotente e intenti a cantarne le lodi, poi scelti come simboli dei quattro evangelisti. In precedenza questi "esseri" erano stati descritti dal profeta Ezechiele nel suo libro contenuto nella Bibbia ebraica. Il leone è associato a Marco in funzione delle parole con le quali comincia il suo Vangelo in riferimento a San Giovanni Battista:
«Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel
profeta Isaia: «ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti
preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada
del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».» |
(Vangelo
secondo Marco 1,1-3) |
Il Battista vestiva nell'immaginario cristiano una pelle di leone
(nonostante il Vangelo secondo Marco riporti che vestisse peli di
cammello) e la frase evangelica della voce che grida nel deserto richiamava
l'idea di un ruggito nel deserto.
Il leone simboleggia anche la forza della parola
dell'Evangelista, le ali l'elevazione spirituale, mentre l'aureola è il tradizionale
simbolo cristiano della santità.
Tuttavia il simbolo leonino esprimeva anche il significato araldico di
maestà e potenza (tratto quest'ultimo sottolineato soprattutto dalla coda
felina alzata), mentre il libro ben esprimeva i concetti di sapienza e di pace
e l'aureola conferiva un'immagine di pietà religiosa. La spada, oltre al significato
di forza, è invece anche simbolo di giustizia e difatti è ricorrente nelle
rappresentazioni, antropomorfe e no, della Giustizia.
Erano dunque simbolicamente presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama
pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace,
forza militare e pietà religiosa.
Numerose le interpretazioni simboliche possibili riguardo alla combinazione
tra spada e libro:
·
il solo libro aperto è ritenuto simbolo della
sovranità dello Stato (numerose le raffigurazioni dei Dogi della
Repubblica di Venezia inginocchiati davanti a tale rappresentazione);
·
il solo libro chiuso è invece ritenuto simbolo
della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature;
·
il libro aperto (e la spada a terra non visibile)
è ritenuto popolarmente simbolo della condizione di pace per la Serenissima, ma
ciò non è suffragato da alcuna fonte storica;
·
il libro chiuso e la spada impugnata è invece
popolarmente, ma erroneamente, ritenuto simbolo della condizione di guerra;
·
il libro aperto e la spada impugnata sarebbe
infine simbolo della pubblica giustizia.
Tuttavia tali interpretazioni non sono universalmente accettate in quanto
la Serenissima non codificò mai i propri simboli rappresentati in modo assai
vario. Rare, ma presenti, sono anche raffigurazioni del leone privo sia del
libro, sia della spada, sia talvolta dell'aureola (soprattutto nella
rappresentazione statuaria).
Non rare le raffigurazioni in cui il leone poggia le zampe anteriori su una
terra in cui spesso compare anche una città turrita e quelle posteriori
sull'acqua: tale particolare rappresentazione intendeva indicare il saldo
potere di Venezia sulla terra e sul mare.
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