Quello di Venezia é un "caso unico" - a livello mondiale - di zona umida costiera soggetta a marea (laguna) intensamente antropizzata e artificializzata nei contorni, al punto che, tecnicamente, in senso stretto, non si tratta più di una vera e propria "laguna", ma di un bacino lagunare "cristallizzato" (Brambati, 1995) ovvero consolidato o fermato nella forma che la Serenissima, con il suo oculato "governo globale" di tutti i fattori naturali e culturali le ha impresso nei secoli, sottraendola volontariamente e consapevolmente alla dinamica naturale che caratterizza queste strutture "mobili" tra basse pianure alluvionli e mare, che hanno una durata molto breve dal punto di vista geologico (sull'ordine di qualche migliaio di anni).
Perfettamente consapevole di questo dinamismo endemico, la Repubblica veneziana - per ragioni politiche di costruzione fisica e di tutela del "Bene supremo" (il territorio lagunare) (Bevilacqua, 1995) e di sopravvivenza e difesa militare dello Stato - ha definito e consolidato i confini della Laguna (conterminazione, segnata da 100 cippi monumentali) con un sistema di argini, sia verso la terraferma, che verso il mare (Murazzi).
Questi argini, che racchiudono e proteggono gli insediamenti insulari che formano la Città-metropoli veneziana, sono tuttavia permeabili - in modo controllato - alle acque provenienti dalla terraferma per deflusso (Brenta e Sile le più importanti) e alle acque provenienti dal mare (attraverso le tre “bocche di porto”) per l'andamento ciclico delle maree.
Il risultato complessivo di questo mirabile processo, sommariamente accennato, è il territorio più straordinario esistente al Mondo, frutto di acuta intelligenza, di conservazione delle dinamiche naturali e di controllo e gestione delle dinamiche culturali, esplicazione di una proverbiale capacità di equilibrio, di saggezza e di senso del "bello", che non a caso ha creato un Patrimonio di valore assoluto, un' "opera d'arte" che tutto il Mondo apprezza.
Ciò premesso, il patrimonio rappresentato dalla Laguna di Venezia va riguardato sia sotto il profilo naturale, che sotto il profilo culturale, entrambi di rilevanza straordinaria.
Dal punto di vista naturale
La laguna di Venezia è il più ampio esempio di laguna costiera nell'area dell'Alto Mar Adriatico, con una lunghezza di circa 50 chilometri e una larghezza compresa tra i 10 e gli 11 Km. La forma del bacino ricorda quella di fino spicchio di arancia con la convessità rivolta verso Nord-Ovest.
La laguna è compresa tra le foci storiche del Piave a Nord-Est e dell'Adige a Sud-Ovest, più precisamente tra le odierne foci del Sile e del Brenta-Bacchiglione.
La sua superficie è di 549 km (ovvero circa 50 mila ettari), il 67 per cento dei quali è costituito da specchi d'acqua, il 25 per cento da barene e l'8 per cento da isole. Il 15 per cento del totale è arginato da valli da pesca, in tutto 24, per una superficie complessiva di 9 km. La profondità degli specchi d'acqua varia tra i pochi centimetri delle paludi interne a qualche decina di metri in corrispondenza dei porti e dei canali di navigazione.
L'ampiezza dell'intero bacino scolante, su cui insistono i confini amministrativi di due province, quella di Padova e quella di Venezia, è di 1840 kmq. Tredici sono i comuni i cui territori sono in parte compresi all'interno della laguna o fanno parte della gronda: Chioggia, Cavarzere, Cona, Codevigo, Corezzola, Mira, Campagna Lupia, Quarto d'Altino, Musile di Piave, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, Venezia.
Il bacino idraulico dell'entroterra agrario è esteso per 202 mila ettari e scolante in laguna attraverso una ventina di punti di immissione di acque dolci.
Il ripristino dell'equilibrio dinamico tra le varie attività in loco e l'ecosistema lagunare richiede un progetto legislativo regionale che miri a riconfermare e tutelare la biodiversità ambientale, recuperandone la simbiosi l'attività umana; a promuovere l'educazione ambientale e la ricerca scientifica; lo sviluppo locale culturale ed economico delle popolazioni residenti.
Gli ambienti lagunari sono aree in continuo mutamento che occorre costantemente monitorare per evitare un depauperamento e decadimento dell'ecosistema. La variabilità dei parametri ambientali è un aspetto cruciale dell'ecologia lagunare ed è tanto maggiore quanto più forti sono le caratteristiche lagunari del sito.
La salinità varia rispetto a quella del mare molto più nelle zone interne che alle bocche di porto, divenendo maggiore o minore di quella dell'acqua marina a seconda che prevalgano fenomeni di evaporazione o di apporto di acque dolci.
Questa variabilità ambientale risulta seguire però una distribuzione regolare di base a cui si sovrappongono modelli più complessi come il ricamo alla trama e all'ordito. L'ossatura ambientale della laguna è fondamentalmente il risultato del mare che penetra ritmicamente in un bacino vasto e poco profondo.
Il ricambio delle acque ha profonde implicazioni biologiche in quanto permette l'ossigenazione, il trasporto delle sostanze nutrienti e dei prodotti di scarto, nonché delle forme di minor dimensione degli esseri viventi - come il plancton - tra le diverse aree della laguna e tra queste ed il mare. Ad ogni ciclo di marea le zone più elevate rimangono sommerse per un tempo inferiore rispetto ai bassifondi.
Dal punto di vista culturale
La gestione dell'ambiente nel suo equilibrio millenario con la cultura e l'attività umana e lo studio e l'interpretazione delle modalità di concezione e gestione del rapporto terra-acqua in ogni isola, tra isola e isola e nell'intero spazio lagunare ed extra lagunare, delle attività e dell'uso del suolo, dell'agricoltura, della pesca, dell'industria, ecc, delle strutture e infrastrutture insediative e la progettazione di un turismo coerente e dunque sostenibile, sono pertanto il riferimento centrale per l'istituzione dell'Ecomuseo della laguna di Venezia.
Nella Laguna di Venezia e nei territori di gronda, frutto di una caratteristica e dinamica "cultura dell'equilibrio", l'ecomuseo favorirà, attraverso l'interpretazione attenta e flessibile degli specifici caratteri produttivi, insediativi e ambientali, il giusto equilibrio delle diverse componenti, in un territorio che integra l'elevatissima valenza naturalistica con valenze antropiche, storiche ed artistiche addirittura uniche ed irripetibili.
Come è noto inoltre, il problema della fruizione turistica di Venezia dipende dall'eccessiva unidirezionalità dei flussi sul sistema Marciano e sul centro storico. L'ecomuseo, al contrario, dovrà favorire e gestire la delocalizzazione e redistribuzione dei flussi, con l'obbiettivo di strutturare un turismo consapevole e sostenibile.
L'ecomuseo della laguna di Venezia dovrà articolarsi in un sistema organico di stazioni fisse e percorsi, che hanno come volano una struttura museale, da cui partono i diversi itinerari verso la laguna.
Gli utenti dell'ecomuseo saranno turisti e abitanti che vogliono comprendere ed esperire la laguna in un modo nuovo e diretto. Il museo della laguna dovrà fornire al pubblico dei non addetti ai lavori, e specialmente ai giovani, occasioni di incontro con la scienza e la tecnologia applicate alla laguna, attraverso un approccio che privilegi l'appropriazione del metodo scientifico; favorisca la partecipazione sociale alle scelte di civiltà, che implicano - sempre più - l'introduzione massiccia della tecnologia; promuova la multidisciplinarietà degli ambiti disciplinari; introduca la dimensione sociale come elemento trasversale all'insieme.
L'ecomuseo della laguna dovrà favorire l'interattività tramite l'esposizione di esperienze anziché di oggetti inerti; l'evocazione di emozioni, oltre che di conoscenze; la dimensione evolutiva delle conoscenze scientifiche e tecnologiche e la loro contestualizzazione locale, sia sul piano storico che sociale; l'enfasi sulla collaborazione tra i visitatori per la realizzazione e lo sviluppo delle esperienze presentate.
La possibilità di percorrere il territorio virtualmente ed approfondirne la conoscenza permette una percorribilità più consapevole e responsabile, attenta agli equilibri ambientali e culturali.
La straordinarietà di Venezia e della sua Laguna dovuta alla saggezza di un antico governo intelligente e unitario, che - nel corso dei secoli, in una inarrestabile dialettica tra ricerca, scienza e politica - ha generato, costruito, conservato e protetto lo spazio lagunare e urbano e la società e l'economia che lo ha espresso, è icasticamente sintetizzata nel seguente passo, che si trascrive: "La ricchezza della città si fondava su una rapida circolazione del denaro, e le istituzioni pubbliche favorivano questa circolazione introducendo nell'economia i beni mobiliari dei minorenni (tutele e doti), la proprietà privata e personale tendeva costantemente a lasciar posto ad una proprietà gestita in comune, e analogamente il mercante investiva alternativamente in numerose colleganze e riuniva i capitali da più parti, e così i casali di Creta erano gestiti come le navi, da partecipes, da caratisti, o come le galee di tutti i viaggi, le quali erano ad unum denarium, e l'impresa era sciolta alla fine del viaggio, sicché ciascuno riprendeva le proprie quote e percepiva alla fine quanto gli spettava. Non si troveranno molti esempi analoghi di solidarietà tra nobili europei nel Medioevo, e mi chiedo se non si debba ricercare nella lotta permanente e accanita contro l'acqua il motivo che spinse a elaborare una società dagli interessi comuni così attivi, durevoli, e dotata di strutture peculiari, nate dalle consorterie fondate per valorizzare le lagune con grandi lavori collettivi di bonifica. L'ipotesi sarebbe da esplorare" (Jean-Claude Hocquet, Denaro, navi e mercanti a Venezia 1200 - 1600, Il Veltro Editrice, Roma 1999, pag 329)
Questa testimoniaza di un profondo e appassionato studioso di Venezia, che ha distillato dai suoi studi una così acuta interpretazione strutturale del "caso" Venezia e dei "principi" che lo hanno caratterizzato - quali il sistema istituzionale capace di governare realmente l'economia, la società e il territorio; le forme comuni di gestione della proprietà privata; le forme di solidarietà per far fronte alla precarietà ambientale, economica e politica; la circolazione e valorizzazione dei Patrimoni a tutti i livelli; la capacità di trarre forza dalle difficoltà temprata nella "lotta permanente e accanita contro l'acqua" (dolce e salata) rivolta alla invenzione e costruzione del suolo e della città - consente di sottolineare infine l'importanza strategica di dotare la Laguna di Venezia di uno strumento, quale l'Ecomuseo, in grado di ricollegarsi alla sua tradizione più genuina e di rivolgersi alla ricognizione e alla valorizzazione dei modi di essere della Laguna e del suo territorio, inteso nel senso più ampio (natura, cultura, storia, sviluppo).
Perfettamente consapevole di questo dinamismo endemico, la Repubblica veneziana - per ragioni politiche di costruzione fisica e di tutela del "Bene supremo" (il territorio lagunare) (Bevilacqua, 1995) e di sopravvivenza e difesa militare dello Stato - ha definito e consolidato i confini della Laguna (conterminazione, segnata da 100 cippi monumentali) con un sistema di argini, sia verso la terraferma, che verso il mare (Murazzi).
Questi argini, che racchiudono e proteggono gli insediamenti insulari che formano la Città-metropoli veneziana, sono tuttavia permeabili - in modo controllato - alle acque provenienti dalla terraferma per deflusso (Brenta e Sile le più importanti) e alle acque provenienti dal mare (attraverso le tre “bocche di porto”) per l'andamento ciclico delle maree.
Il risultato complessivo di questo mirabile processo, sommariamente accennato, è il territorio più straordinario esistente al Mondo, frutto di acuta intelligenza, di conservazione delle dinamiche naturali e di controllo e gestione delle dinamiche culturali, esplicazione di una proverbiale capacità di equilibrio, di saggezza e di senso del "bello", che non a caso ha creato un Patrimonio di valore assoluto, un' "opera d'arte" che tutto il Mondo apprezza.
Ciò premesso, il patrimonio rappresentato dalla Laguna di Venezia va riguardato sia sotto il profilo naturale, che sotto il profilo culturale, entrambi di rilevanza straordinaria.
Dal punto di vista naturale
La laguna di Venezia è il più ampio esempio di laguna costiera nell'area dell'Alto Mar Adriatico, con una lunghezza di circa 50 chilometri e una larghezza compresa tra i 10 e gli 11 Km. La forma del bacino ricorda quella di fino spicchio di arancia con la convessità rivolta verso Nord-Ovest.
La laguna è compresa tra le foci storiche del Piave a Nord-Est e dell'Adige a Sud-Ovest, più precisamente tra le odierne foci del Sile e del Brenta-Bacchiglione.
La sua superficie è di 549 km (ovvero circa 50 mila ettari), il 67 per cento dei quali è costituito da specchi d'acqua, il 25 per cento da barene e l'8 per cento da isole. Il 15 per cento del totale è arginato da valli da pesca, in tutto 24, per una superficie complessiva di 9 km. La profondità degli specchi d'acqua varia tra i pochi centimetri delle paludi interne a qualche decina di metri in corrispondenza dei porti e dei canali di navigazione.
L'ampiezza dell'intero bacino scolante, su cui insistono i confini amministrativi di due province, quella di Padova e quella di Venezia, è di 1840 kmq. Tredici sono i comuni i cui territori sono in parte compresi all'interno della laguna o fanno parte della gronda: Chioggia, Cavarzere, Cona, Codevigo, Corezzola, Mira, Campagna Lupia, Quarto d'Altino, Musile di Piave, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, Venezia.
Il bacino idraulico dell'entroterra agrario è esteso per 202 mila ettari e scolante in laguna attraverso una ventina di punti di immissione di acque dolci.
Il ripristino dell'equilibrio dinamico tra le varie attività in loco e l'ecosistema lagunare richiede un progetto legislativo regionale che miri a riconfermare e tutelare la biodiversità ambientale, recuperandone la simbiosi l'attività umana; a promuovere l'educazione ambientale e la ricerca scientifica; lo sviluppo locale culturale ed economico delle popolazioni residenti.
Gli ambienti lagunari sono aree in continuo mutamento che occorre costantemente monitorare per evitare un depauperamento e decadimento dell'ecosistema. La variabilità dei parametri ambientali è un aspetto cruciale dell'ecologia lagunare ed è tanto maggiore quanto più forti sono le caratteristiche lagunari del sito.
La salinità varia rispetto a quella del mare molto più nelle zone interne che alle bocche di porto, divenendo maggiore o minore di quella dell'acqua marina a seconda che prevalgano fenomeni di evaporazione o di apporto di acque dolci.
Questa variabilità ambientale risulta seguire però una distribuzione regolare di base a cui si sovrappongono modelli più complessi come il ricamo alla trama e all'ordito. L'ossatura ambientale della laguna è fondamentalmente il risultato del mare che penetra ritmicamente in un bacino vasto e poco profondo.
Il ricambio delle acque ha profonde implicazioni biologiche in quanto permette l'ossigenazione, il trasporto delle sostanze nutrienti e dei prodotti di scarto, nonché delle forme di minor dimensione degli esseri viventi - come il plancton - tra le diverse aree della laguna e tra queste ed il mare. Ad ogni ciclo di marea le zone più elevate rimangono sommerse per un tempo inferiore rispetto ai bassifondi.
Dal punto di vista culturale
La gestione dell'ambiente nel suo equilibrio millenario con la cultura e l'attività umana e lo studio e l'interpretazione delle modalità di concezione e gestione del rapporto terra-acqua in ogni isola, tra isola e isola e nell'intero spazio lagunare ed extra lagunare, delle attività e dell'uso del suolo, dell'agricoltura, della pesca, dell'industria, ecc, delle strutture e infrastrutture insediative e la progettazione di un turismo coerente e dunque sostenibile, sono pertanto il riferimento centrale per l'istituzione dell'Ecomuseo della laguna di Venezia.
Nella Laguna di Venezia e nei territori di gronda, frutto di una caratteristica e dinamica "cultura dell'equilibrio", l'ecomuseo favorirà, attraverso l'interpretazione attenta e flessibile degli specifici caratteri produttivi, insediativi e ambientali, il giusto equilibrio delle diverse componenti, in un territorio che integra l'elevatissima valenza naturalistica con valenze antropiche, storiche ed artistiche addirittura uniche ed irripetibili.
Come è noto inoltre, il problema della fruizione turistica di Venezia dipende dall'eccessiva unidirezionalità dei flussi sul sistema Marciano e sul centro storico. L'ecomuseo, al contrario, dovrà favorire e gestire la delocalizzazione e redistribuzione dei flussi, con l'obbiettivo di strutturare un turismo consapevole e sostenibile.
L'ecomuseo della laguna di Venezia dovrà articolarsi in un sistema organico di stazioni fisse e percorsi, che hanno come volano una struttura museale, da cui partono i diversi itinerari verso la laguna.
Gli utenti dell'ecomuseo saranno turisti e abitanti che vogliono comprendere ed esperire la laguna in un modo nuovo e diretto. Il museo della laguna dovrà fornire al pubblico dei non addetti ai lavori, e specialmente ai giovani, occasioni di incontro con la scienza e la tecnologia applicate alla laguna, attraverso un approccio che privilegi l'appropriazione del metodo scientifico; favorisca la partecipazione sociale alle scelte di civiltà, che implicano - sempre più - l'introduzione massiccia della tecnologia; promuova la multidisciplinarietà degli ambiti disciplinari; introduca la dimensione sociale come elemento trasversale all'insieme.
L'ecomuseo della laguna dovrà favorire l'interattività tramite l'esposizione di esperienze anziché di oggetti inerti; l'evocazione di emozioni, oltre che di conoscenze; la dimensione evolutiva delle conoscenze scientifiche e tecnologiche e la loro contestualizzazione locale, sia sul piano storico che sociale; l'enfasi sulla collaborazione tra i visitatori per la realizzazione e lo sviluppo delle esperienze presentate.
La possibilità di percorrere il territorio virtualmente ed approfondirne la conoscenza permette una percorribilità più consapevole e responsabile, attenta agli equilibri ambientali e culturali.
La straordinarietà di Venezia e della sua Laguna dovuta alla saggezza di un antico governo intelligente e unitario, che - nel corso dei secoli, in una inarrestabile dialettica tra ricerca, scienza e politica - ha generato, costruito, conservato e protetto lo spazio lagunare e urbano e la società e l'economia che lo ha espresso, è icasticamente sintetizzata nel seguente passo, che si trascrive: "La ricchezza della città si fondava su una rapida circolazione del denaro, e le istituzioni pubbliche favorivano questa circolazione introducendo nell'economia i beni mobiliari dei minorenni (tutele e doti), la proprietà privata e personale tendeva costantemente a lasciar posto ad una proprietà gestita in comune, e analogamente il mercante investiva alternativamente in numerose colleganze e riuniva i capitali da più parti, e così i casali di Creta erano gestiti come le navi, da partecipes, da caratisti, o come le galee di tutti i viaggi, le quali erano ad unum denarium, e l'impresa era sciolta alla fine del viaggio, sicché ciascuno riprendeva le proprie quote e percepiva alla fine quanto gli spettava. Non si troveranno molti esempi analoghi di solidarietà tra nobili europei nel Medioevo, e mi chiedo se non si debba ricercare nella lotta permanente e accanita contro l'acqua il motivo che spinse a elaborare una società dagli interessi comuni così attivi, durevoli, e dotata di strutture peculiari, nate dalle consorterie fondate per valorizzare le lagune con grandi lavori collettivi di bonifica. L'ipotesi sarebbe da esplorare" (Jean-Claude Hocquet, Denaro, navi e mercanti a Venezia 1200 - 1600, Il Veltro Editrice, Roma 1999, pag 329)
Questa testimoniaza di un profondo e appassionato studioso di Venezia, che ha distillato dai suoi studi una così acuta interpretazione strutturale del "caso" Venezia e dei "principi" che lo hanno caratterizzato - quali il sistema istituzionale capace di governare realmente l'economia, la società e il territorio; le forme comuni di gestione della proprietà privata; le forme di solidarietà per far fronte alla precarietà ambientale, economica e politica; la circolazione e valorizzazione dei Patrimoni a tutti i livelli; la capacità di trarre forza dalle difficoltà temprata nella "lotta permanente e accanita contro l'acqua" (dolce e salata) rivolta alla invenzione e costruzione del suolo e della città - consente di sottolineare infine l'importanza strategica di dotare la Laguna di Venezia di uno strumento, quale l'Ecomuseo, in grado di ricollegarsi alla sua tradizione più genuina e di rivolgersi alla ricognizione e alla valorizzazione dei modi di essere della Laguna e del suo territorio, inteso nel senso più ampio (natura, cultura, storia, sviluppo).
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