VIA I PIRATI DALLA LAGUNA
m.f.) Per chi vuole passare una piacevole serata in barca il Redentore è certamente l'occasione meno favorevole. Troppi gli scafi che correvano senza rispettare non solo i limiti di velocità, ma nemmeno quelle poche regole di educazione marinara che impongono di rallentare quando ci si trova nei pressi di piccoli natanti o di barche all'ancora.
Con le forze dell'ordine concentrate in bacino, il resto della laguna è sfuggito ad ogni controllo e, alla fine dello spettacolo pirotecnico solo un miracolo ha evitato che si verificassero gravi incidenti. Piccole barche condotte da ragazzini senza patente in planata costante nonostante la visibilità non fosse delle migliori, grandi motoscafi portati da chi "inutilmente" ha conseguito l'abilitazione che procedevano senza porsi il problema che accanto avevano famiglie intere che finivano sott'acqua a causa delle loro onde. Ma soprattutto, i mezzi del servizio "pubblico" di taxi e noleggio, che fin dalla mattina (approfittando dell'assenza dei controllori, tutti convocati per il pomeriggio e la sera) hanno martoriato le acque esterne di Venezia rendendo impossibile la navigazione degli altri.
Ci sarebbe da chiedersi perché in canale dell'Orfano, sul canale delle Navi, di fronte a Sacca San Girolamo, alla Madonna dell'Orto e sul canale di San Cristoforo non si veda - salvo poche eccezioni - una pattuglia in grado di controllare e soprattutto multare pesantemente chi trasgredisce. Qui non si tratta dei limiti di velocità in laguna, ma di situazioni di pericolo per la navigazione, sanzionate penalmente.
Le unità della Capitaneria di porto, però, non si vedono quasi mai tra Sant'Elena e la Certosa, per non parlare di quelle del Magistrato alle Acque la cui capacità di controllo e sanzionatoria è praticamente inesistente e non per colpa sua. Altri sono i suoi compiti, ben diversi dal fare il poliziotto o il vigile.
Nonostante ciò, una vigilanza seria, costante e credibile deve essere un obiettivo nell'immediato. La laguna è ormai frequentata da troppe persone prive di qualsiasi cultura marinara che ogni fine settimana la trasformano in un mare in tempesta. Restare inerti significa consegnare la laguna ai pirati.
Il Gazzettino, lunedì 21 luglio 2008
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