giovedì 5 agosto 2010

LA SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA


Venezia, la cui illustre Storia si è figurata ne'principali suoi fasti in queste carte, appar qui, fatta persona, maestosamente seduta su marmo¬reo masso, allusivo all'eternità del suo nome, coperta del paludamento, e cinta il capo della corona propria degli antichi suoi dogi. Tiene con la de¬stra lo scettro; colla sinistra il volume delle sagge sue leggi, le quali, negli andati tempi, furono cercate dagli stranieri a norma loro. È chiuso que¬sto volume dal di in cui era segnato dal dito di Dio la sua caduta; ma quan tunque chiuso, serba la luce di quella sapienza che illustrò il mondo .nell'età delle tenebre e della ignoranza. Sta qui ella non come serva dinanzi a superba regina, ma come regina caduta nelle altrui mani per decreto del Cielo, sostenendo con sacra dignità la sua sventura; chè certo non è glo¬ria scender dal trono. E la sua dignità le viene dal suo carattere sacro; paragonato, dal Magno Pontefice S. Gregorio, alla Chiesa di Dio, dicendo egli di Venezia: Habet singularem quandarn cohaerentiam ad Sanctam Rornanarn et Apostolicam Ecclesiam. E ciò giustamente: imperocchè se Pietro è nauta della nave della Cattolica Chiesa, Marco è discepolo di Pie¬tro ed interprete, e con esso stesso sì immedesimato, da far dire a Pier Brissiense: Unus et idem spiritus fitit in Petro, et Marco ejus discipulo. ¬Il simbolo quindi dell'Evangelista patrono della devota Venezia, ch' è il leone, siede a manca di lei, guardandola ; quasi in atto di confortarla a spe¬rare nel Cielo, da cui sempre ella ripetè vita e salute. A destra della veneranda matrona apre si la veduta dell'ampio canal di S. Marco, dal quale sorgon le mire fabbriche che lo ingemmano e quel miracolo di architettura, il Palazzo Ducale, invidia dello straniero. A sinistra prospetta l'Arsenale, monumento cospicuo di gloriose memorie, e da cui uscirono cento e cento flotte a domare i nemici di Cristo e del ve¬neto nome. - Sul prospetto della balie ove posa r immobile masso che ser¬ve di trono a Venezia, è tracciato il blasonico suo scudo, ove appariscono gli stemmi dei regni e delle province su cui un giorno .e il suo nobile scettro. Essa base è fiancheggiata, quinci di armi guerriere, d'insegne ed onori civili, e quindi di sacri arrédi e distintivi prelatizii, e di ciò tutto pertiene alle discipline gentili ed alle arti industriali ed alle scienze, nelle quali tutte facoltà Venezia fu madre. .È perchè s'intenda a cui han riferimento ognuno degli stemmi in¬seriti nell'ampio blason di Venezia, qui porgiamo l'araldica lor descrizione.Il grande scudo e partito in tre tratti, o linee, ed altrettante linee traversali lo dividono in faccia, in guisa da formare sedici punti, o membri, con sei minori scudi coronati e disposti a due a due lungo i tratti notati.Il primo scudo, nel centro, o dominante, è tutto d'oro, ed è quello della Repubblica sovrana, occupato dal leone di S. Marco, sormontato dal corno ducale.Il secondo scudo al fianco destro della faccia, superiormente, è quello del regno della Morea. - Sormontato di corona d'oro, reca in campo azzurro una Croce pur d' oro, ed è l'attuale adottato dal nuovo re¬gno di Grecia.II terzo scudo al manco lato superiormente, appartiene al regno di Cipro. È desso coronato ed inquartato. Nel primo punto d'argento reca una croce di potenza, d'oro, accompagnata da altre quattro croci simili, pur d'oro; per Gerusalemme: nel secondo punto, fasciato d'argento ed azzurro, d'otto pezze caricate d'un leone vermiglio armato e coronato d'oro; per Cipro: nel terzo punto, d'oro, con un leone vermiglio; per il regno d'Ar¬menia : nel quarto, d'argento, con un leone rosso; per la casa de' Lusi¬gnani, che tenne, fino al suo estinguersi, quello scettro. Il quarto scudo di sotto coronato, al fianco destro della faccia, spetta al regno di Candia. - Esso è vermiglio, con un Minotauro d'oro armato di porpora, col capo azzurro, caricato d'un' aquila nera, in volo, beccata, ed armata d'oro, la quale tiene negli artigli un fulmine pur d'oro; quello al¬lusivo al labirinto di Creta, e questa a Giove ivi nato, secondo i miti.Il quarto scudo pur coronato, di sotto al fianco sinistro, e relativo al regno di Dalmazia e di Albania. - Quadripartito, ha; nel primo punto, o membro vermiglio, tre teste di leone riguardanti, in oro; per la Dalmazia: il secondo scaccato in sedici punti d'argento e di vermiglio; per la Croazia: il terzo d'oro, con tre ferri neri di cavallo; per la Rascia: il quarto, pur d'oro, con un leone vermiglio linguato ed armato d'azzurro; per l'Albania.II quinto scudo, al basso della faccia, cinto di corona marchionale, divisa il regno, o marchesato dell' Istria. - È azzurro con una capra d'oro passante, coronata e membrata di porpora, antica insegna di quella provincia, come risulta da parecchi nummi.Li sedici punti o membri poi, del grande scudo sono disposti co¬me segue.II primo è di corpo azzurro con l'aquila d'oro, coronata, mem¬brata e beccata di vermiglio, per la Patria del Friuli, il quale scudo, se mo¬strasi solo e da sè, viene sormontato da un berretto foderato di pelli d'er¬mellino con falda di detta pelle foggiata in forma ducale.II secondo d'argento con la croce rossa, è di Padova, insegna di quella città,presa allora in cui s. Prosdocimo, di lei vescovo, le recò la luce del Vangelo.Il terzo, d'argento, con la croce vermiglia, accompagnata da due stelle nel capo, della tinta stessa, è l'arma di Trevigi.Il quarto, d'azzurro, con la Croce d'oro accantonata da due draghi, non pur d'oro, divisa Belluno.Il quinto, al destro lato, d'azzurro, con la croce d'oro, è insegna di Verona.Il sesto, d'argento, con leone d'azzurro, membrato ed armato di vermiglio, per Brescia.Il settimo, d'azzurro con la croce d'argento, per Vicenza.L'ottavo, di vermiglio, con una torre merlata d'argento, sormonta¬ta da due torrioncini piegati, pure d'argento, con feritoie e porta smaltate di nero, per Feltre.II nono, al destro lato, bipartito in faccia, d'oro e di vermiglio per Bergamo. Il decimo, diviso, in faccia, d'argento e di vermiglio, per Crema.L' undecimo, d'azzurro, con la nave degli Argonanti d'oro, per l'isola di Corfù.Il duodecimo, d'azzurro, con un fiore di giacinto bianco, o d' ar¬gento, per l'isola del Zante.Il decimoterzo, a destra, d'azzurro, con la punta verde, sormonta¬ta da una torre d'argento graduata, sopra cui torreggiano tre piccole roc¬che merlate, la central delle quali maggiore delle altre, il tutto ammatto¬nato, distinto di nero, per la città di Adria.Il decimoquarto, verde, con un castello munito di due piccole torri d'oro, sormontate dal leone di S. Marco, pur d'oro, il tutto distinto o am¬matonato di nero, per il Polèsine.Il decimoquinto, d'argento, con la croce vermiglia di S. Giorgio, per l'isola di Cefalonia.Il decimosesto, ed ultimo, verde, con un cavallo d'argento crinito, ed unghiato di nero, per Cherso ed Ossero.

Per gentile concessione di : Gigio Zanon - http://www.venetonostro.it/

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